La caprese è più di un piatto freddo

Mettiamo la lente di ingrandimento su una delle insalate più famose al mondo ma su cui si può giocare la credibilità di un locale
Non ha bisogno di presentazioni, ma di tante attenzioni, quelle sì. Dedichiamo questo spazio a uno dei piatti più iconici della cucina italiana nel mondo. Una preparazione che non necessita di fornelli, cottura, tostatura o sughi, ma solo di tanta capacità di selezionare le materie prime e metterle insieme in proporzioni corrette, con l’aggiunta di un condimento adeguato, bilanciato. Ci riferiamo alla regina a tre colori dell’estate, l’evergreen che non stanca mai alcun italiano o straniero: la mitica Caprese!
La storia a bocconi
Vi sembrerà inopportuno un approfondimento su un piatto così semplice, che si realizza in pochi minuti, e che viene servito in tantissime tipologie di ristoranti. In realtà è proprio in “voci gastronomiche” come questa che non ci si può permettere di sbagliare. Servire una buona - anzi ottima, o meglio ancora, memorabile - Caprese, significa imprimere un ricordo positivo nell’ospite.
Oltre alla qualità di ciò che servite, di cui parleremo tra qualche riga, potete anche mettere in piedi una narrazione efficace: sono pochi a conoscere la storia delle preparazioni gastronomiche, quindi potete stupirli dispensando qualche aneddoto curioso!
La Caprese, per esempio, ha origini ancora non definite. Dal nome si deduce, se non altro, il luogo in cui è nata: Capri. Alcuni sostengono che l’insalata Caprese sia nata a inizio Novecento, quando ai primi turisti dell’isola era già servito qualcosa di simile, con cacio fresco (poi sostituito dalla mozzarella).
Sarà sicuramente interessante raccontare ai vostri ospiti un’altra possibile origine del piatto, legata a una corrente culinaria di cui alcuni di voi avranno sentito parlare, ma che in pochi effettivamente conoscono.
Ci riferiamo al “Manifesto della cucina futurista” di Filippo Tommaso Marinetti, in auge negli Anni Venti. La cucina Futurista considerava la pasta un cibo responsabile di "fiacchezza, pessimismo ed inattività nostalgica”, pertanto proponeva piatti privi di carboidrati. Le dinamiche della cucina futurista sono davvero curiose, potremmo proporvi un ulteriore approfondimento.
Ad ogni modo pare sia nata così, al Grand Hotel Quisisana, la “leggerissima” Caprese!
Scegliere le materie prime e condirle adeguatamente
La prima vera differenza tra una caprese di qualità e una caprese mediocre è dettata dalla qualità degli ingredienti che utilizzate.
Non deve spiccare la mozzarella di bufala o il pomodoro: devono essere entrambi succosi, freschi, di qualità… buoni singolarmente e ancor più buoni insieme!
L’altro elemento che non può mancare è l’equilibrio: dosate bene la quantità di entrambi i protagonisti, devono compensarsi a vicenda.
La Caprese non è, come sostengono alcuni, “mozzarella con pomodoro”… ma un piatto dosato, in cui ogni boccone lascia il palato leggero e gradevole.
L’altro elemento, presente in quantità minore, ma che la caratterizza, è il basilico!
Conferisce una spinta aromatica e mediterranea al piatto, arricchendo in complessità le note agrodolci che caratterizzano gli altri due ingredienti. Quindi, non è corredo, come spesso si osserva in tante capresi, in cui viene apposta on top la classica fogliolina di basilico. Trovate il modo di integrarlo al piatto e farlo dialogare con il resto. Se amate giocare con i condimenti potete aggiungere, spezie, vinaigrette e molto altro, a patto che non si sovrastino gli altri elementi.
Le nostre proposte
Per preparare la tua caprese abbiamo selezionato alcuni ingredienti del nostro assortimento, a cominciare dalla mozzarella di bufala DOP DoGusto (disponibile nei formati da 125 gr, 100 gr e 50 gr), acquistata da un'azienda che lavora a ciclo chiuso; i pomodorini rossi e gialli e un buonissimo pesto di basilico che vi aiuta a personalizzare il morso.
Contatta il tuo agente di zona per saperne di più!!
Questo articolo, che potrà sembrarvi “banale” - come viene ritenuta banale da molti la caprese - ha una valenza precisa: vuole suggerire una riflessione sull’importanza di valorizzare tutte le preparazioni.
Non c’è piatto che non meriti di essere realizzato con cura, nella presentazione e nel dosaggio. I clienti lo avvertiranno… ed è su questo che si gioca la credibilità di un locale!